Il fotografo e’ un fingitore

Quante volte desideri bruciare tutte le tue foto, quante volto ti senti impotente, senti il peso dell’inutilita’ di quello che hai fatto. Non fatichi per il risultato non ti impegni, scatti quando puoi, quando il tempo te lo concede, quando hai voglia. Normalmente quando puoi scegliere se dormire o metterti in cammino scegli di dormire tra le mura calde, in fin dei conti ci sono cose da sistemare, cose da lavare, piatti da cucinare. Non c’e’ indagine, non c’e’ introspezione, non c’e’ studio, solo l’umore, il gioco di sentirsi fotografo, in uno scatto che non ha nessun valore se non la ricerca estetica o il scimmiottare stilemi gia’ visti da qualche parte, e quindi che senso ha tutto, cosa cambierebbe per il mondo abbandonando tutto, certamente niente e forse niente anche per me, anzi magari evitando di buttare soldi in cosi tante attrezzature e ammennicoli potrei godermi di piu’ la vita che invece vivo cosi’ spesso con insoddisfazione con i limiti che mi impone e che non so infrangere.Il rischio maggiore, in questi casi, non avendo altri appigli di committenza, o di ricerca e’ sentirsi artisti e magari vendere una foto sbagliata venuta assolutamente per caso come una tua nuova grande immagine una tua grande idea o innovazione, mentre dentro di te sai che se non avessi sbagliato qualche cosa, che nemmeno sai quella foto non ci sarebbe mai stata, che non e’ tua piu’ di quanto sia tuo un tramonto.

E allora? Allora cosa sei? Solo un normale fragile essere umano che cerca di avere un qualche rispetto anche a scanso della verita’ in fin dei conti e’ una verita’ che nessuno verra’ mai a sapere, certo non un artista, nemmeno un fotografo, e quando guardi le tue foto, continui a sperare di avere il coraggio prima o poi di eliminarle tutte.

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