Spesso mi capita di chiedermi cosa sia la fotografia per me, che ovviamente non sono un professionista. Sicuramente non e’ semplicemente un passatempo, ma definirlo non e’ mai semplice, soprattutto cercando di mettere in fila i pensieri ed organizzarlo per iscritto. Ecco credo che una definizione di fotografia possa essere questa: La fotografia e’ una puttana con il culo largo, la fotografia e’ la donna segretamente amata che non potra’ mai essere tua, ecco come la vedo. Non e’ la quiete familiare, non e’ la vita che vivi quotidianamente, ma l’angoscia e il disagio che ti fa arrivare alla sua porta, dove nessuno ti vede, dove la vedi con quei pantaloni bianchi stretti e attillati ai fianchi che ne mostrano gia’ i segni di un po’ di cellulite, dove la vedi non bella secondo i canoni, ma senti subito il calore di quegli occhi e le movenze feline sapendo quanto possono essere forti quelle gambe nello stringerti e facendoti sognare.
E’ la vita in un istante, quell’istante in cui se paghi con la tua anima, puo’ farti sentire il suo uomo, in quel breve momento e solo in quello il solo… e se non pensi ci credi, per quel breve 1/125 di secondo.
La fotografia e’ disagio, e’ insofferenza della propria esistenza, e’ ricerca di altro, di capire, di sentirsi se stessi in un modo che non e’ possibile nei giorni che viviamo, ed e’ la delusione, il ritorno alla realta’ quando, dopo quel breve istante, quando ancora sudati ci rivestiamo, con il suo odore ancora addosso, che ci accompagnerà per qualche ora, mentre scendiamo le scale e usciamo dal portone che gia’ iniziamo a capire, che non siamo gli unici, e soprattutto che non siamo noi che contiamo, ma solo uno come gli altri, eppure, quella gioia, quel ricordo ci fara’ ritornare con la mente, a volte a illuderci a volte a ossessionarci.
Ecco questa’ e’ la fotografia, l’illusione di essere bravi per un secondo di essere artisti, reporter o Fotografi, e poi il resto del tempo, desiderando bruciare e distruggere tutto quanto e’ stato fatto negli anni, tutti i negativi tutte le poche stampe per la loro insipidezza, per la loro inutilita’ e bruttezza, per la mancanza di senso, per non avere nemmeno mai avuto il coraggio di difendere quella montagna di celluloide per farne qualche cosa, per uscire dal limbo dell’essere solo un amatore. Ecco, pero’ .. in quel momento, magari sfogliando un libro, di quelli bravi che ce l’hanno fatta.. sentiamo ancora il ricordo del suo odore sulla pelle, del sudore, del caldo e umido abbraccio del desiderio, e non possiamo credere che fosse solo finzione, il solito orgasmo simulato per soddisfare l’ennesimo cliente, ma pensiamo, “con me e’ diverso” e allora mettiamo le scarpe, e torniamo per quei vicoli, a cercarla. Un’altra volta. E un’altra volta ancora..