%> dBlog - Fotografia e società a Castilla-La Mancha, 1846-1936
 

Fino a quando non si avra' capito che il tema della fotografia e' una visione dei nostri sogni, dei nostri incubi, si continuera' a chiedere se la fotografia e' arte.

Ennery Taramelli

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Grazie a Marco Scarpelli ora anche il manuale della Kiev88 e la guida a cosa fare e non fare con la russa.

Non siete ancora stanchi? Leggete:LEICA REFLEX: Luci e ombre di una principessa che non divenne regina.” , " LEICA M la saga senza fine" i fondamentali scritti su leica di Sante Castignani ora arricchiti da un nuovo articolo sulle ottiche Voigtlander: "Voigtlander al Microscopio".

"Le ottiche EF Autofocus di Canon" di Pino Caprio

Aggiungo qualche risorsa anche per i felici possassori della HOLGA
Da Lomography: Manuale Italiano ed utilizzo di film 35mm.
Da Polaroid: Rendere piu’ luminosa la holga, concise, Holder instructions + Piu’ qualche mia disavventura con i film tipo 80 di polaroid - Manuale della LOMO LC-A in inglese - sempre in inglese potete trovare qui i manuali della gloriosa polaroid SX70 e della Automatic Land Camera 250 questa selezione fa parte del sito orphan cameras sul quale potete trovare davvero tanti libretti di istruzione per tutti i gusti. Ovviamente e' giusto ricordare anche il link ufficiale Polaroid dove trovare alcuni manuali. Segnalo ancora sempre per gli appassionati polaroid il video edito da Freestyle (trovate il link sotto) sulla realizzazione di un Polaroid Image Transfer ed uno sulla manipolazione delle polaroid SX-70 (Purtroppo Polaroid ha annunciato la chiusura della produzione di film SX-70, per chi vuole provare questa tecnica occorre affrettarsi e ricordate che non e' necessaria una Camera Sx-70 ma se posizionate un filtro neutro +2 stop davanti all'esposimetro potete usare i film Sx-70 anche su normali camere 600!!!!!).

E poi ancora:


Link Fotografia:

Fotografia e Informazione
Lens Performance
Lens Performance RAW Data
FreeStyle
Holga.net
ItalSystem.it
Roberto Piero Ottavi
Mauro Fiorese
Gruppo Polaser
Maurizio Galimberti
Paolo Gioli
Massimo Stefanutti
FotoInScatola
Fotografia Anni 30
Gruppo Rodolfo Namias
Polanoid
h0lg4
Found photography
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Di mauro (del 05/11/2005 @ 03:36:21, in Mostre, linkato 1706 volte)

INSTITUTO CERVANTES DI ROMA


L’Impronta dello sguardo
Fotografia e società a Castilla-La Mancha, 1846-1936

Dal 9 novembre all’11 dicembre 2005
Roma, Piazza Navona 91

Il prossimo 10 novembre l’Instituto Cervantes di Roma presenta nella Sala di Piazza Navona la mostra "L’impronta dello sguardo. Fotografia e società a Castilla-La Mancha, 1846-1936", uno dei contributi più importanti del Cervantes alle Celebrazioni del IV Centenario della prima edizione del Don Chisciotte. Curata dall’esperto in storia della fotografia, Publio López Mondéjar, l’esposizione, in corso fino all’11 dicembre, presenta 85 immagini che illustrano, oltre alla storia della fotografia nella terra di Don Quijote, la storia della regione spagnola dalla metà dell’Ottocento fino all’inizio della Guerra civile.

Mondéjar ci offre questa indimenticabile selezione di fotografie per le quali ci sono voluti più di dieci anni di rigorosa ricerca in archivi pubblici e privati, nelle collezioni dei discendenti dei fotografi di Castilla-La Mancha e anche nelle scatole dei ricordi. Attraverso gli scatti dei fotografi più importanti dell’epoca i visitatori possono avvicinarsi ad un momento storico e a una regione sconosciuta e scoprire, così, persone, paesaggi e scenari delle avventure di Don Chisciotte e del suo fedele scudiero Sancho Panza.

Il 7 gennaio 1839, François Arago, deputato repubblicano e membro dell’opposizione democratica alla monarchia di Luigi Filippo, comunicava l’invenzione del dagherrotipo ideato da Niépce e Daguerre -  antecedente diretto della fotografia -  all’Accademia delle Scienze di Parigi. Era nata una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia dell’uomo: la resa permanente dell’attimo. In Spagna la maggior parte della produzione dagherrotipica appartiene ai fotografi stranieri che arrivarono alla ricerca di caratteristici scenari per le loro composizioni. Il percorso della mostra inizia con le prime immagini dei pionieri dell’obbiettivo, come il famoso fotografo ufficiale delle regine Vittoria e Isabella II d’Inghilterra, Charles Clifford ( Inghilterra, 1821-1863) che arriva a Castilla-La Mancha e rimane colpito dalla gente e dai monumenti della terra mancega, protagonisti di gran parte della sua produzione. Tra i primi spagnoli non mancano gli scatti di Casiano Alguacil (Toledo, 1832-1914), il primo fotografo professionista della città di Toledo, l’unica della regione con un certo prestigio internazionale nel settore.


A distanza di più di un secolo dalla realizzazione di queste immagini colpiscono ancora, e forse anche più, i volti tristi e compassati degli abitanti, fissati dai nuovi ritrattisti del reflex, dei paesi e delle città di Castilla-La Mancha. La seconda parte della mostra introduce gli spettatori alla fotografia documentaria, esercitata da molti professionisti della regione. Le opere di Casiano Alguacil, Lucas Fraile, Luis Escobar, Sánchez de León e Nicanor Cañas che illustrano scene di vita quotidiana ritraendo personaggi umili e caratteristici come il venditori di coltelli, la venditrice di meloni, un gruppo di prostitute, un barbiere, un barbone ecc.. 

La mostra è un’introduzione anche al giornalismo fotografico che muove i suoi passi nel 1850 con la pubblicazione delle prime immagini sulle riviste e, proprio, nei primi tre decenni del XX.mo secolo nascono le grandi riviste illustrate spagnole. A Castilla-La Mancha si affermano nomi quali Ricardo Sánchez, Julián Collado e Francisco Goñi che grazie al loro apporto contribuirono allo sviluppo di questo genere nella regione mancega pubblicando i loro scatti  su riviste locali come "Flores y abejas", "Toledo" o "Vida manchega".

Un’altro spazio della Sala di Piazza Navona è dedicato alla  fotografia dei dilettanti, contributo rilevante alla documentazione dei primi anni dell’900. Nel 1886 nasceva a Guadalajara José Ortiz-Echagüe, grazie alla bellezza e raffinatezza delle sue opere, il più precoce dei fotografi dilettanti manceghi, ottenne importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali. La mostra romana ha il privilegio di presentare la sua composizione più conosciuta "Taller de costura", considerata proprio da Echagüe come la sua migliore opera della giovinezza, un vero capolavoro. In mostra anche le opere di Martínez Palacios e Justo Hortelano.

La rassegna si chiude con una interessante sezione dedicata alla fotografia popolare esercitata dai più umili fotografi della regione, laddove erano pochi i grandi Studi di fotografia e i mezzi con i quali svolgere la nuova arte. Si tratta fondamentalmente di ritratti con i quali i fotografi castigliani-manceghi soddisfacevano le richieste nei piccoli paesi. La gente cercava attraverso la fotografia di ricostruire la propria geografia affettiva in un’epoca piena di separazioni, morte e malattie. La mostra offre al pubblico un’opportunità unica per osservare ritratti di defunti, composizioni di taglio votivo e religioso, non molto frequenti in mostre convenzionali. La fotografia ai defunti rispondeva al desiderio delle persone di conservare il volto dei familiari  per perpetuarne il ricordo.
Queste immagini parlano, con chiarezza, crudezza e sentimento, di una terra, delle sue genti, di devozione, di vita, di morte e di tutto quanto, l’attimo, come unità di misura di un tempo fissato e dunque infinito, può ancora raccontare. I protagonisti: Nicanor Cañas, Eugenio Rodríguez e J. Suárez.

Completa la mostra un ricco catalogo, edito da Lunwerg, con 380 fotografie ed un testo critico a cura di Publio López Mondéjar che ricostruisce la foto-storia della Castilla-La Mancha, la sua realtà storica, sociale, politica  e culturale nei secoli trascorsi.

Publio López Mondéjar (Cuenca, 1946) è lo storico più autorevole della fotografia spagnola. Il suo libro Retratos de la Vida (1980) fu il primo nel suo genere pubblicato in Spagna. Da quel momento ha contribuito alla realizzazione di opere molto importanti come Crónica de la luz (1984), Memoria de Madrid (1985), Visión del Deporte (1991), Madrid, laberinto de memorias (1999) o Historia de la fotografía en España (1998). Nel 1987 inizia l’edizione della tetralogia Las Fuentes de la Memoria, tradotta in diverse lingue e pubblicata in tre volumi. Nel 1987, il primo: Fotografia y Sociedad en la Espana del siglo XIX; nel 1992, il secondo: Fotografia y Sociedad en Espana 1900-1939; nel 1996, il terzo: Fotografía y Sociedad en la España de Franco.

Immagini disponibili sul sito: www.rosifontana.it

L’Impronta dello sguardo
Fotografia e società a Castilla-La Mancha, 1846-1936
Dal 10 novembre fino 11 dicembre 2005
Sala dell’Instituto Cervantes. Piazza Navona, 91
Orario: dal martedì alla domenica  16h - 20h
Tel. 068537361
http://roma.cervantes.es/Menu Cultura
Ingresso libero

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